La casa di Isabella e della sua famiglia ha tutte le caratteristiche che ti aspetti dall’appartamento di un architetto: è grande, scenografica e su misura. Il bianco fa solo da sfondo alla felicità dei colori usati, e i tanti pezzi esposti non sono altro che lo stratificarsi di una vita passata insieme, fatta di ricordi e di abitudini quotidiane. Se in alcune cucine si sente quasi l’occhio di uno stylist, che sa mettere l’oggetto giusto nel posto giusto, nel modo giusto, certe case sono come le persone: fotogeniche, non hanno bisogno di nessun aiuto esterno. Isabella si è circondata della sua vita e non di una scenografia, che è esattamente quello che cerchiamo in una casa: l’autenticità e la corrispondenza con chi la vive.

La nostra ospite è sempre stata libera professionista e da qualche anno lavora in uno studio d'architettura tutto al femminile, che si occupa di interior design e di ristrutturazione. Vive in questo appartamento dal 2015 con suo marito Riccardo, conosciuto durante gli studi al Politecnico di Milano, e insieme ai loro figli di 19 e 16 anni, Cecilia e Alfredo, ma abitano in Porta Venezia da più di vent’anni, senza essersi mai allontanati da questo quartiere, che amano molto.








Isabella, cosa vi è piaciuto di questo appartamento, perché lo avete scelto? "Dal ’94 viviamo in zona, prima in una casina mansardata di 50mq, in un bellissimo palazzo liberty, poi in un appartamento che fu della madre di Emilio Gadda, con soffitti a cassettoni, un bellissimo camino, porte alla lombarda e parquet decorati. Quando i ragazzi sono cresciuti, l’esigenza della terza camera ci ha portato qui. Infatti, 5 anni fa, con Riccardo abbiamo deciso che era giunto il momento di cambiare. Arrivando da una bellissima casa di fine Ottocento, fu subito scontato per noi cercarne una d'epoca. Adoravamo il suo fascino.Invece un giorno leggemmo un annuncio per una casa anni '70 al 7° piano, prevalse la curiosità del piano alto, altrimenti mai sarei andata a vederla. Fu da subito un colpo di fulmine: era pervasa da una luce meravigliosa e la vista era a dir poco unica! A questo punto, poco importava che fosse in uno stabile degli anni '70."





Quindi il quartiere è stato determinante nella scelta! Molti nostri ospiti, infatti, vivono in Porta Venezia. "Il quartiere ci piace molto, è vivo, c’è tutto, e dopo anni qui, ci sembra di essere in un piccolo paese. Ci si conosce un po’ tutti, per strada c’è sempre qualcuno da salutare. Ci sono anche un sacco di bei localini e il quartiere multietnico è veramente vivace!" Dopo aver scelto zona e casa, avete affrontato una ristrutturazione. Come sei intervenuta?"La casa era tutta da ristrutturare: i bagni erano vecchi e senza il fascino dei decori d’epoca, a pavimento c’era un marmo di poco valore, la distribuzione degli ambienti non rispecchiava la nostra idea di casa, così decidemmo che era necessario un mio intervento. Fu a dir poco divertente!Direi quindi che sono intervenuta abbastanza pesantemente. L’appartamento originariamente si presentava con un grande ingresso e un lungo corridoio, lungo il quale erano distribuiti i vari ambienti della casa, mischiando giorno e notte su entrambi gli affacci. Ho chiuso il corridoio e ho diviso le due zone, privilegiando la vista e lo skyline per la zona giorno, cucina compresa, che sapevamo avremmo vissuto di più, e ho suddiviso gli altri ambienti per la zona notte."



Da architetto, cosa non può mancare a casa tua? "Oggetti e arredi di design, così come pezzi vintage di famiglia e un oggetto rosso." E in cucina, cosa non può mancare?"In cucina, direi la lavastoviglie. In realtà tutti gli accessori: i taglieri, i mestoli, i bicchieri della nonna, quelli colorati. Anche a tavola mi piace mischiare, avere colore, visto che ho optato per una cucina bianca." E come deve essere la tua cucina?"Deve essere su misura, pratica, funzionale e accogliente. Amo il tavolo in centro, è il suo fulcro. Ci si gira attorno, accoglie noi, gli amici, è un ambiente intimo.Il mio mobile del cuore è proprio il tavolo di fine '800, tramandato dai bis nonni. Mio padre raccontava di esserci nato… Non potrei esserci più legata."






Cosa significa per te la casa?"È molto importante. Anche se lavoro tutto il giorno, amo tornare a casa, cucinare, sedermi a tavola con la mia truppa e chiacchierare. Così come amo nel weekend ricevere gli amici con cenette che prepariamo io e Riccardo. Ho origini francesi, mia mamma è parigina, e anche se mio papà era torinese, sono cresciuta con una cultura del cibo abbastanza distante da quella italiana. Pochissima pasta, tante zuppe, carne, pesce e burro… Riccardo ha origini emiliane, i suoi genitori erano di Bologna e gli anno trasmesso tutto l’amore e la passione per la cucina tradizionale e per la pasta fatta in casa. Appena può, tira fuori tagliere e matterello e fa una bella sfoglia a mano per le tagliatelle. Insomma, qui da noi va forte la cucina franco-emiliana. La casa poi ci piace molto, la luce e i tramonti ci pervadono, amiamo condividere questa fortuna con gli amici." Il tuo ricordo di famiglia e oggetto del cuore quindi è il tavolo, come ci raccontavi. E per Riccardo?"Durante l'estate scorsa ha dovuto svuotare la casa dei suoi genitori, la casa della sua infanzia e adolescenza. È stato un momento emotivamente molto pesante. Trovava sacrilego buttare via i suoi ricordi. Anche se erano solo cose, che magari non usava da anni senza che la sua vita ne risentisse minimamente, ha iniziato a pensare di trasformarne alcune. Il tavolo di cui i suoi genitori erano innamorati e su cui ha mangiato fin da piccolo, aveva un magnifico piano in noce massello, alto 45 mm, l'altezza standard di una Telecaster. È diventato la TeleTavola, una vera chitarra, grazie al maestro Liutaio Emanuele Dalò, che ha dato anima e corpo nel progetto. Body e manico sono stati ottenuti dal tavolo di famiglia, mantenendo il legno a vista verniciato satinato, per poterlo ancora vedere, toccare e sentire."






Come avrete capito, la casa di Isabella e della sua famiglia ci è piaciuta subito. Certo, la vista è davvero impagabile, soprattutto per noi amanti di Milano, la luce è tanta, la casa è molto bella, ma sono soprattutto i ricordi di famiglia - a cui sono così legati - la parte del racconto che abbiamo preferito e che ci ha commosso. Scommettiamo che non tutti lottano contro il tempo, conservando gli oggetti e lo spirito delle persone che si porta via con sè. E poi, la freccia decisiva che ha centrato il nostro cuore, passando prima per lo stomaco, è stata l’averci dedicato una pausa di metà mattina con un dolce buonissimo preparato da lei per Natale e conservato fino a questa occasione: il dolce natalizio bolognese, sodo e morbido, speziato e decorato con canditi.Grazie grazie grazie, ma… Isabella… e la ricetta?
Cucina
Piano cottura, forno, cappa e lavello
Rubinetto
Frigorifero
Luci
FontanaArte, lampada a sospensione Duplex di Carlo Tamborini, lampada a parete Riga
Tavolo e credenza
Ottocenteschi, della bisnonna di Isabella
Sedie bistrot
Prese da Magazzino76
Pavimento
In rovere naturale, con inserti esagonali verniciati di rosso sul posto, con vernice ral
Oggetti sulle mensole
Vasi di Changing Atmosphere
Oggetti in acciaio (caffettiere), in vetro (oliera e acetiera) e in legno (macina pepe e cavatappi), tutti Alessi
Playmobil, ricordo della torta di nozze di Isabella e Riccardo
Oggetti sul top cucina
Mortaio in marmo della suocera di Isabella
Tagliere in marmo di Carrara e cuoio di Marmolove
Caraffe colorate in vetro di Funky Table
Oggetti sul tavolo
Tovaglioli Lisa Corti
Piatti in marmo bianco e nero di Marmolove
Piatti in ceramica decorati a mano di Ceramiche De Simone
Bicchieri colorati Turkeim di Cristal de Sèvres
Tagliere in legno con coltello incorporato nel manico, dei suoceri di Isabella
Caraffa termica in acciaio Juwel di Alfi
Pesci decorativi a parete
In ceramica, acquistati a Levanzo e all’Ortigia, in Sicilia
Chitarra di Riccardo
Realizzata da Shank Instruments
La ricetta di Isabella per 12 dolcetti
Per l’impasto:
500 g di farina
500 g di miele (scaldato)
100 g di cioccolato in polvere
100 g di mandorle
100 g di pinoli
250 g di cioccolato nero (tagliato a pezzetti)
3 g di spezie per certosino (si trova nelle drogherie a Bologna)
1 bicchiere di vino bianco, spremuta di 1 arancio.
Per decorare:
200 g di cedro candito, 200 g di arance candite, 200 g di ciliegie candite, 100 g di mandorle
Mescolare gli ingredienti, formare una ciambellina e cuocere l’impasto in forno preriscaldato a 180° per 15 minuti. Decorare a piacere.