Come ogni anno, durante la Milano Design Week si sono tenute decine di eventi per promuovere, celebrare e rendere memorabili il lancio di diversi prodotti. Tra i nostri preferiti rimangono gli appuntamenti legati alla cucina e al cibo, quelli in cui sedersi a tavola è la massima espressione di convivialità e il modo migliore per parlare di argomenti seri (e non), in leggerezza. Così, quest’anno al Caffè Populaire abbiamo trovato un bellissimo progetto, due collezioni di nuove lampade, una pasta di design, e abbiamo visto vestirsi da sera uno spazio lanciato con successo lo scorso anno proprio durante il Fuorisalone e consacrato durante la stagione 2019: Alcova. Piattaforma per il design indipendente e sperimentale, Alcova è nato dall’incontro tra Space Caviar di Joseph Grima e Studio Vedèt di Valentina Ciuffi e ha trovato spazio nell’ex laboratorio di panettoni Giovanni Cova & Co. a NoLo (la zona di Milano a nord di piazzale Loreto), in un luogo poeticamente semi-abbandonato, inattivo da qualche anno e riaperto nelle ultime due edizioni del Salone come location espositiva e per eventi.




In questo contesto post industriale, lo studio canadese Lambert & Fils e il milanese DWA Design Studio hanno presentato Caffè Populaire, un bar e concept restaurant che durante i sei giorni di Fuorisalone ha rappresentato l’idea che il design non può esistere senza il dialogo, portando così persone e oggetti al centro di incontri in cui il cibo accompagnasse il confronto e favorisse una lettura più lenta e umana dei rapporti lavorativi e di amicizia che si creano durante la Design Week.

Aperto di giorno ai visitatori di Alcova, Caffè Populaire ogni sera si è trasformato in un ristorante per gli ospiti dei suoi ideatori. Nulla di più lontano dal classico stand fieristico, questo appuntamento è dedicato alle persone, al piacere di sedersi a parlare davanti a una buona cena in un’atmosfera rilassata, informale, popolare. Il progetto di Frederik De Wachter and Alberto Artesani di DWA Design Studio si è concentrato sui materiali grezzi ma rifiniti, una conversazione fra opposti che continua in relazione al contesto antico e abbandonato di Alcova.

L’elemento centrale del progetto è un grande tavolo a forma di U realizzato su misura da Mariotti Fulget in Silipol, un materiale composto da polvere di marmo e granito insieme a pigmenti colorati, che i milanesi conoscono bene perché usato negli anni Sessanta da Franco Albini e Franca Helg per rivestire le pareti delle stazioni della metropolitana 1 e 2 (la rossa e la verde).






L’illuminazione è stata studiata da Lambert & Fils, che ha presentato le due più recenti collezioni di luci: Sainte e Hutchinson. Le lampade Sainte giocano con la gravità e con l’ingannevole leggerezza delle grandi lastre colorate in vetro, che scendono sopra al tavolo da pranzo sorrette da spesse bretelle, ricordando dei paracadutisti astratti che volteggiano sulle teste degli invitati. La collezione Hutchinson invece prende ispirazione dagli archi mediorientali e dalle tegole in terracotta romane, e crea un gioco di fili e sottili profili di uno, due, tre o quattro archi neri sopra all’alto tavolo circolare in terrazzo, in marmo bianco e verde, che fa da angolo bar per la serata. La scenografia è stata completata dalle ceramiche francesi realizzate a mano di Revol, che celebrano il loro 250esimo anniversario con Caractère, la linea di piatti presentata al Caffè Populaire, in bianco e color cardamomo. A decorare la tavola troviamo piccole sculture prodotte da Mercury Bureau in collaborazione con Flùr ingentilite da fiori colorati.








Durante la cena è stata servita Alma, una pasta speciale in edizione limitata disegnata dallo studio creativo Casalinghe di Tokyo e dalla designer Chiara Andreatti, prodotta da Pastificio Baradello e Trafile Turconi. La preparazione è stata affidata allo chef Andrea Vigna, partner di Drink and Taste, un servizio di food & beverage curatissimo e personalizzato, che avevamo già apprezzato in passato durante diversi eventi legati alla Design Week.






A noi ha ricordato sia un tulipano, sia la forma che la mano assume prendendo un pezzo di pane per fare la scarpetta. Una pasta che contiene e trattiene il condimento, servita in questa occasione con una combinazione intramontabile, i ceci, che è stata gentilmente regalata agli ospiti a fine serata, per portare un po’ di Caffè Populaire (e di design) a casa. Se il design fosse sempre così generoso e interessato alle relazioni umane, siamo sicure che molte persone abbandonerebbero laptop e cellulare per godersi spontaneamente il momento e per socializzare attraverso il più classico dei modi: sedendosi a tavola!


Testo di Francesca Martinez
Foto di Cristina Galliena Bohman e di Francesca Martinez
Caffè Populaire:
via Popoli Uniti 11-13, Milano
Aperto durante la Milano Design Week 2019