Cosmopolita, energica e colorata, Katia è la padrona di casa perfetta per chiacchierare nella sua stanza preferita.

In quello che è il centro del suo mondo, si mangia, si ricevono gli amici, si lavora.

La cosa non ci stupisce, stiamo bene nella sua cucina. Molto informale. Molto chic.

I grigi, il nero e il legno vengono accesi dai dettagli e dagli arredi a contrasto. Fra questi, il nostro preferito rimane la seggiolina pieghevole dal colore del cielo terso.

Sorprendente anche nella forma, una volta chiusa si riduce a poco più di una sottile lamina di metallo.

Diventa bidimensionale!

È fantastica. Abbiamo sorriso nel vederla così. Non sembra forse un pop-up book per bambini?

In famiglia lo stare a tavola è sempre stato un bel momento, l’appuntamento fisso da rispettare.

Sarà forse per questo motivo se ancora oggi per Katia la cucina è l’unico spazio conviviale in cui non ammette telefoni e distrazioni social.

Katia è a proprio agio nel colore, ne ha fatto il punto di partenza per decorare la sua casa. Come consulente di moda e di interior design è abituata a usarlo e a osare. Basti pensare allo scampolo di tessuto realizzato quasi per scherzo, che oggi è diventato il simbolo di Pause, un noto locale milanese.

La casa cambia con chi la abita e, dopo due anni passati in questo appartamento, Katia continua a sperimentare spostando mobili, desiderando nuovi colori alle pareti,

dando sfogo alla sua passione sfrenata per i pezzi vintage scovati fra mercatini e siti specializzati. Siamo già curiose di sapere come sarà.. A presto!

Tavolo:

fine anni ’50 – inizio ’60

Sedie in legno:

Thonet

Sedia pieghevole in metallo:

Stitch Chair di Adam Goodrum – Cappellini

Lampada:

Potence di Jean Prouvè – Vitra

Piastrelle:

Cementine di recupero

Cucina:

Su misura in muratura, cemento e acciaio

Ante scorrevoli della dispensa custom:

Tribeca Factory

Opera:

Slim Aarons

Frigo:

Smeg

Scampolo di tessuto (sul tavolo):

Pezzo unico realizzato su disegno di Katia in collaborazione con la designer di tessuti Sarah Edith, che ha trasformato la sua richiesta in realtà